Quello che stiamo attraversando con la pandemia di virus covid-19 è un momento molto particolare, che sta avendo un impatto molto forte in ogni ambito delle nostre vite ma anche sul vissuto della maternità e del parto.
Le restrizioni imposte sulle modalità di vita e il distanziamento sociale portano inevitabilmente le gestanti a vivere un momento così gioioso in grande isolamento.
A volte sono costrette a restare lontane dalle loro famiglie, sia durante la gravidanza per evitare possibili contagi, sia durante la degenza ospedaliera per via dei protocolli di sicurezza sanitaria.
Ma non è solo la mancanza di condivisione delle belle emozioni che porta disagio, lo è anche la ridotta assistenza.
Pensiamo alle donne che partoriscono in questo periodo e che nel ricovero ospedaliero non possono avere al loro fianco il partner o le persone di fiducia che le aiutino in modo costante come avveniva prima.
E’ un momento davvero critico, sul quale non possiamo evitare di riflettere.
In questi mesi di emergenza sanitaria vi è stata una riduzione delle prestazioni nell’ambito maternità, una delle quali il servizio di partoanalgesia che non sempre è potuto essere garantito h 24 nei presidi ospedalieri.
Le donazioni di sangue del cordone ombelicale sono state sospese in alcune aziende e i servizi di pma hanno dovuto ridurre la loro accessibilità.
Un ambito di rilevanti interrogativi è la vaccinazione per il covid-19 per gravidanza e allattamento. All’estero viene consigliata e raccomandata e anche in italia le aziende farmaceutiche si dicono sicure della sua efficacia .
Ad oggi la scelta spetta alle mamme e naturalmente la questione non è esente da perplessità.
Le donne in questo periodo spesso provano ansia e preoccupazione rispetto all’incognita del percorso ospedaliero cui vanno incontro, perchè vi è una netta separazione di percorsi fra pazienti positive e pazienti negative al covid.
Generalmente viene effettuato un tampone a termine di gravidanza: se questo risulta positivo le pazienti vengono indirizzate verso gli ospedali di riferimento regionali, mentre qualora fosse negativo vengono assistite in modalità similari al periodo pre-covid, ma con le attuali misure di sicurezza .
Non meno disagio si trovano ad affrontare le mamme che accedono in urgenza ai pronto soccorso ostetrici, le quali non hanno potuto effettuare in modo elettivo un tampone e quindi si trovano ad essere trattate come potenzialmente positive fino all’esito dell’esame che viene eseguito nell’immediato.
L’esperienza di molte ci riporta anche quanta indecisione rispetto alla scelta del luogo del parto comporti questo periodo particolare.
Vi sono alcune che considerano l’idea del parto in casa solo per poterlo vivere in un ambiente privato, privo di estranei o con possibili assembramenti.
Questo però non è un criterio sufficiente per candidarsi a tale modalità di assistenza.
Alcune mamme in questi mesi hanno accolto la proposta di mettere per iscritto la loro esperienza, questo ci ha permesso di osservare il vissuto della maternità in periodo di pandemia e allo stesso tempo ha avuto per loro una valenza catartica.
È interessantissimo osservare gli stati d’animo che emergono dai loro testi.
Le donne spesso vivono il timore di non poter proteggere sè stesse e quindi il proprio bimbo, infatti coloro che hanno contratto il virus durante la gravidanza sono state pervase da senso di colpa per non essere state sufficientemente rigide nelle misure di sicurezza, ma dobbiamo riconoscere che questa pandemia agisce in modi molto spesso subdoli e fuori dal nostro controllo.
Fra le emozioni emerge a volte la paura di affrontare il travaglio, un momento già faticoso fisicamente, con la mascherina, oppure di affrontare la degenza ospedaliera senza le visite dei propri cari.
Rileviamo inoltre senso di impotenza di fronte a questa situazione, ma anche di indignazione, le donne infatti ritengono di “affrontare in modo innaturale un momento che dovrebbe essere pieno solo di felicità”.
In contemporanea possiamo dire però, che si sentono tutte spronate ad essere forti e determinate, perché sanno di dover affrontare con coraggio una situazione difficile in cui la priorità è proteggere il proprio bambino.
Questa è per ogni mamma una prima sfida da affrontare insieme al proprio figlio.
E quando questa è la motivazione ultima, l’amore è ciò che pervade ogni madre e che rende ognuna di loro estremamente resiliente!
Tutto ciò ci fa riflettere su tre elementi principali:
- l’importanza di agire con tempestività,
- la differenza che può fare un supporto psicologico all’interno dei reparti,
- il ruolo strategico della continuità assistenziale fra ospedali e territorio.
In fasi di emergenza sanitaria come quella che attraversiamo è indispensabile agire con solerzia, perché adattare le strategie per dare un sostegno adeguato va fatto in modo rapido e tempestivo.
È innegabile quanto la presenza di uno psicologo nei dipartimenti materno infantili sia essenziale, sia per dare un sostegno emotivo alle pazienti, sia al personale; senza pensare a quanto aumentare la qualità emotiva potrebbe portare ad una salutogenesi maggiore e ad una conseguente riduzione dei costi.
Abbiamo peraltro degli esempi che sono degli standard di riferimento, come alcuni ospedali del nord Italia che già garantiscono questo servizio da anni e ne hanno trovato riscontri nel benessere dell’utenza.
Riguardo alla continuità assistenziale possiamo affermare che un buon lavoro di equipe fra il prima e il dopo del parto può di certo garantire una rete di sostegno, che potrebbe aiutare ad affrontare in modo migliore situazioni critiche come quella pandemica.
Mi riferisco ad esempio alla dimissione precoce, cui alcune donne acconsentono per poter tornare a casa dai propri cari quanto prima. Molta maggiore sicurezza si potrebbe garantire se ci fosse sempre stretta collaborazione fra ospedali e territorio, fra privato e pubblico.
Ad ogni modo, chi può dirci quali siano davvero le carenze in questo ambito sono proprio le Donne.
È per questo che L’Area Perinatale di S.I.P.Re. sta portando avanti una ricerca, per carpire una fotografia del vissuto della maternità durante la pandemia.
Perciò è stato creato un sondaggio online, cui si accede cliccando al link presente nella pagina facebook https://www.facebook.com/Area-Perinatale-SIPRe-Milano-105456267774621 oppure sul sito internet https://www.areaperinatale.it
Il sondaggio richiede pochi minuti per essere compilato ed è rivolto alle gestanti, alle puerpere ed anche ai partner.
Il parere di ognuno può fare la differenza, perché può permetterci di valutare la qualità dell’assistenza ostetrica e psicologica nel periodo perinatale e chiederci come migliorarla.
Ogni donna si merita che il momento nascita venga vissuto al meglio. Anche in momenti critici e di emergenza come quello attuale, la nascita va protetta e curata perché è la speranza del futuro !
Dott.ssa Ost. Benedetta Dini
07.04.2021